George Foreman

Due vite. Una leggenda.

 

George Foreman è l’uomo che ha trasformato i pugni in redenzione.
Nato nel 1949 in Texas, ha iniziato la boxe come via di fuga dalla povertà e da un’adolescenza difficile. Potente, silenzioso, inarrestabile, vinse la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Città del Messico nel 1968 e, pochi anni dopo, diventò campione del mondo dei pesi massimi, demolendo Joe Frazier in un match leggendario.

Poi arrivò il Rumble in the Jungle, 1974, Zaire: Foreman affrontò Muhammad Ali. Era il favorito. Ma perse. Quella sconfitta lo spinse in crisi profonda. Sparì. Poi tornò. E non solo sul ring: tornò trasformato. Predicatore, imprenditore, uomo nuovo. A 45 anni, nel 1994, rientrò nella boxe e divenne il più anziano campione del mondo dei pesi massimi della storia. In un’epoca in cui si ritiravano tutti, lui rientrava — con il sorriso, la calma, e la fede come compagna.

Oggi è anche celebre per l’iconico “George Foreman Grill”, un successo mondiale, simbolo del suo secondo tempo.
Foreman è la prova che puoi vincere due volte. Nella vita, e con te stesso.

Foreman ha raccontato che, dopo la sconfitta con Ali, ebbe una sorta di esperienza di pre-morte negli spogliatoi, che lo portò a lasciare tutto per diventare predicatore. Per dieci anni non toccò più un guantone, convinto che la boxe non servisse più alla sua anima. Tornò solo quando capì che poteva dare un nuovo significato alla sua forza.

ICONICOMIX lo celebra

perché è l’unico a essere stato due volte campione del mondo in due vite diverse.
Una volta da giovane furioso. La seconda da uomo consapevole.
Foreman è la dimostrazione che la vera vittoria è tornare, senza bisogno di odiare o urlare.
 

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