Kobe Bryant
Più grande della leggenda. Mamba per sempre.
Kobe Bryant non giocava solo a basket. Recitava una poesia in sospensione.
Nato a Philadelphia nel 1978, cresciuto tra Italia e Stati Uniti, Kobe ha vissuto il basket come una missione, un’arte, un linguaggio assoluto. A 18 anni era già nella NBA. A 24 aveva già vinto tre titoli. A 41 era leggenda. La sua carriera con i Los Angeles Lakers ha segnato un'epoca: cinque titoli NBA, due ori olimpici, oltre 33.000 punti segnati, una dedizione ossessiva.
Ma il vero lascito di Kobe è stato il concetto di “Mamba Mentality”: un approccio alla vita che celebra la voglia di migliorarsi ogni giorno, di non cedere mai, di cercare la perfezione sapendo che non si raggiungerà mai. Dopo il ritiro, si è reinventato: ha vinto un Oscar con un corto animato sulla sua carriera, ha creato contenuti educativi e ha lavorato con le nuove generazioni.
La sua tragica scomparsa nel 2020 ha lasciato un vuoto enorme, ma anche un’eco. Kobe Bryant è diventato simbolo eterno di ambizione, passione, famiglia e visione.
Un uomo che non ha mai smesso di giocare. Nemmeno quando il gioco finiva.
Kobe si svegliava ogni giorno alle 4 del mattino per allenarsi, anche durante l’off-season. Una volta, dopo un brutto infortunio, disse: "Non mi interessa se riesco a camminare. Ma riuscirò a tirare.” Si allenò tirando solo con il braccio buono, da seduto.
ICONICOMIX lo celebra
perché Kobe è un’icona non solo per i trofei, ma per la mentalità vincente portata al massimo livello.
È il simbolo di chi lavora nel silenzio, lotta con disciplina e lascia un’impronta indelebile dentro e fuori dal campo.