Diego Maradona

Diego Maradona

Mano di Dio, cuore d’uomo

 

Nato il 30 ottobre 1960 a Villa Fiorito, un quartiere poverissimo alla periferia di Buenos Aires, Diego Armando Maradona ha scritto una delle storie più incredibili dello sport e dell’umanità. Era il quinto di otto figli, cresciuto tra sogni e polvere, con un pallone come unica certezza.

La sua carriera esplose presto. A 16 anni già giocava in nazionale, ma fu al Napoli che Diego trovò la sua patria d’anima. Prese una squadra mai vincente e la portò alla gloria: due scudetti, una Coppa UEFA, l’amore incondizionato di un popolo intero. A Napoli non era un calciatore, era un santo laico, un dio fragile e terreno.

Maradona era genio puro e ribellione. Il suo sinistro sapeva accarezzare e trafiggere, sorprendere e commuovere. Il mondo lo ricorderà per la “Mano de Dios” e il “Gol del siglo”, entrambi segnati all’Inghilterra nei quarti di finale del Mondiale 1986. In quella stessa Coppa, vinta dall’Argentina, Diego fu trascinatore, artista, leader spirituale.

La sua vita fu fatta di cadute e resurrezioni, eccessi e dolori, ma anche di una generosità smisurata e di una umanità che lo rendeva uno di noi. Diego non era perfetto. Era unico. È morto il 25 novembre 2020, ma il suo mito è eterno.

Durante il Mondiale 1986, tra una partita e l’altra, Maradona passava ore a fare giochi di palleggio con la musica di “Live is Life” negli allenamenti. Quelle immagini, diventate leggendarie, non erano preparate: era semplicemente Diego che giocava con la vita, col sorriso sulle labbra.

ICONICOMIX LO CELEBRA

Perché Maradona è l’incarnazione del riscatto, della passione, della caduta e della rinascita. È stato un artista del pallone, un eroe del popolo, un simbolo di ribellione e identità. Amato visceralmente, odiato per i suoi eccessi, ma mai ignorato: Diego è mito, emozione, leggenda viva.

 

 

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