In un’epoca in cui il cinema cercava nuovi volti e nuove verità, Al Pacino emerse come una forza della natura.
Nato nel Bronx nel 1940 da una famiglia italoamericana, crebbe tra difficoltà e sogni. Fin da giovane sentì che la recitazione sarebbe stata la sua via di salvezza. Studiò all’Actors Studio sotto la guida di Lee Strasberg, divenendo uno dei maggiori esponenti del “method acting”.
Il suo volto scavato, lo sguardo febbrile e una voce inconfondibile conquistarono la scena sin dal primo istante. Fu Michael Corleone ne Il Padrino, un personaggio che incarnava l’ambiguità del potere e la tragica ineluttabilità del destino. Da lì, la sua carriera divenne un susseguirsi di performance intense: da Serpico a Quel pomeriggio di un giorno da cani, da Scarface a Scent of a Woman, che gli valse finalmente l’Oscar.
Al Pacino è un attore che vive ogni ruolo come fosse una missione, un artista che ha trasformato ogni sua apparizione in un duello tra verità e finzione. Sotto la superficie dell’icona, si nasconde un uomo riservato, ossessionato dalla ricerca dell’autenticità, capace di far tremare lo schermo con una sola battuta.
Durante le riprese di Il Padrino, lo studio inizialmente non credeva in lui: volevano sostituirlo dopo le prime scene. Solo la tenacia di Coppola lo tenne nel cast. Ironia della sorte: Pacino sarebbe poi diventato il cuore stesso della saga.
ICONICOMIX lo celebra,
perché ha incarnato come pochi l’essenza dell’attore moderno: viscerale, profondo, umano. Ha dato volto alla complessità dell’anima e ha reso il silenzio tanto eloquente quanto una battuta.