Salvator Dalì
Il genio surreale che sognava ad occhi aperti
Salvador Dalí è stato un artista che ha dipinto l’inconscio come se fosse realtà. Nato a Figueres nel 1904, ha attraversato il Novecento come una cometa eccentrica e irriverente. Con i suoi baffi all’insù, le uova giganti, gli orologi molli e i paesaggi onirici, Dalí ha fatto dell’assurdo un linguaggio universale.
Dopo un inizio legato al cubismo e al futurismo, trovò la sua voce nel surrealismo, movimento che sposava arte e psicoanalisi, sogno e provocazione. Ma Dalí non si accontentava di appartenere a un gruppo: era un regno a sé. Sperimentava con la pittura, il cinema, la moda, il design, la scultura. Collaborò con Walt Disney, Hitchcock, Coco Chanel. Inventò se stesso ogni giorno.
Credeva che il sogno fosse più reale del reale. Per questo nei suoi quadri compaiono paesaggi liquidi, figure metamorfiche, animali mutanti. Era capace di trasformare una paranoia in poesia visiva.
La sua figura ha travalicato l’arte. È diventato simbolo di libertà espressiva, audacia e follia controllata. Amava dire: “La differenza tra me e un pazzo? Io non sono pazzo.”
Nel 1945, Dalí collaborò con Walt Disney al cortometraggio Destino, rimasto incompiuto per decenni. Era un viaggio visivo tra tempo, amore e morte, ricco di simbolismi e metamorfosi. Venne completato solo nel 2003… e fu candidato all’Oscar.
ICONICOMIX lo celebra
perché ha dato forma visiva all’inconscio, portando il sogno e la follia nell’arte popolare.
Ha reso la provocazione elegante, l’assurdo affascinante, l’ego un’opera d’arte.