Nacque l’8 gennaio 1935 a Tupelo, Mississippi, in una casa modesta, tra note di gospel e sogni di riscatto. Elvis Aaron Presley era figlio del Sud povero, ma con una voce che sembrava venire da un altro mondo. A dieci anni ricevette in dono la sua prima chitarra. A diciannove registrò per la prima volta con la Sun Records. Da lì, il mondo non fu più lo stesso.
Elvis non inventò il rock’n’roll, ma lo rese carne, ritmo, rivoluzione. Il suo modo di muoversi, il ciuffo ribelle, la voce che mescolava blues, gospel, country e rockabilly, scossero l’America benpensante. "Heartbreak Hotel", "Hound Dog", "Jailhouse Rock" divennero inni di un’intera generazione.
In pochi anni fu incoronato The King. Non solo per la musica: fu icona di stile, sex symbol, attore hollywoodiano. Ma dietro i riflettori, un’anima inquieta. Dopo il servizio militare in Germania, la sua carriera proseguì tra alti e bassi, fino all’apoteosi degli anni ‘70: tute bianche con strass, concerti infuocati a Las Vegas, la leggenda.
Morì il 16 agosto 1977, nella sua villa di Graceland, ma il mito non è mai svanito. Per milioni di fan, Elvis è ancora lì, che canta con voce immortale.
Nel 1954, dopo la prima registrazione con la Sun Records, Elvis disse che "non pensava di essere poi così speciale", e se non fosse stato per l’intuito di Sam Phillips, forse non sarebbe mai stato scoperto. La leggenda nacque quasi per caso.
ICONICOMIX lo celebra
perché ha rivoluzionato la musica, il modo di stare sul palco, il concetto stesso di celebrità. Elvis ha trasformato un’epoca, rendendo il rock la voce dei giovani e il palcoscenico uno spazio di libertà.
Ancora oggi, è sinonimo di energia, stile e ribellione.
