C'è una mente dietro al mondo digitale in cui viviamo oggi, e quel cervello apparteneva ad Alan Turing. Nato nel 1912 a Londra, era un ragazzo timido, visionario e incredibilmente dotato. A scuola preferiva i numeri agli amici, e crescendo, il suo pensiero matematico si è trasformato in una rivoluzione. Durante la Seconda guerra mondiale, Turing fu arruolato a Bletchley Park, dove guidò il team che riuscì a decifrare il codice Enigma utilizzato dai nazisti. Un'impresa che cambiò le sorti del conflitto e salvò milioni di vite.
Ma Turing fu molto più di un eroe di guerra: è considerato il padre dell’informatica moderna. Fu lui a immaginare la "macchina universale", il concetto astratto che oggi è alla base di tutti i computer. E ancora prima che il termine “intelligenza artificiale” esistesse, lui si chiedeva: può una macchina pensare?
La sua omosessualità, all’epoca criminalizzata, fu motivo di persecuzione. Nel 1952 fu condannato per "atti osceni" e costretto alla castrazione chimica. Due anni dopo, morì in circostanze sospette, ufficialmente suicidio. Oggi Turing è un simbolo di genio, coraggio e ingiustizia riparata troppo tardi.
Alan Turing correva ogni giorno per 20 km: era un maratoneta autodidatta e si qualificò persino per le selezioni olimpiche britanniche nel 1948. La corsa era la sua forma di meditazione e resistenza mentale, un modo per "risolvere i problemi correndo", diceva.
ICONICOMIX lo celebra
perché Turing è l’incarnazione del genio incompreso. Ha anticipato il futuro, salvato il presente e pagato con la sua libertà l’ignoranza del passato.
È l'icona della mente che osa immaginare, della verità che va difesa, della scienza che rompe ogni codice, anche quello del silenzio.